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Ciliegie: i valori nutrizionali

Le ciliegie sono al loro massimo nutrizionale in primavera. Perché sono frutta di stagione e quindi si può prendere il meglio da questo alimento. Ma di cosa sono fatte e cosa contengono esattamente le ciliegie? Ecco il nostro breve viaggio tra le sostanze contenute in questo dolcissimo alimento

Le ciliegie provengono dalla pianta del ciliegio. Parrebbe lapalissiano, ma non lo è in realtà. Perché in effetti esistono due specie di albero di ciliegio, due differenti specie botaniche con esiti completamente diversi (e per esiti intendiamo naturalmente i frutti), ossia il ciliegio che dà le cosiddette ciliegie dolci, disponibili in tantissime varietà, e quello che invece produce amarene. Le ciliegie e le amarene sono molto differenti nell’aspetto e nel gusto, ma sono ugualmente buone quando vengono portate sulla nostra tavola. Tutto il resto dipende dal gusto personale di chi le fruirà: possono piacere o meno, ma le ciliegie sono il frutto della primavera per eccellenza.

Il nocciolo della ciliegia contiene acido cianidrico, che è un veleno, ma niente paura, perché non è mai presente in tali quantità da rappresentare un pericolo per la salute. A parte il fatto che il nocciolo della ciliegia, solitamente, si estrae prima di mangiare il frutto. Tra i benefici della ciliegia, c’è il fatto che la sua composizione è tale da prevenire le malattie cardiovascolari e l’infarto. Non solo: le ciliegie possono essere utilizzate, insieme con altri ingredienti, come rimedio naturale al posto dell’aspirina.

Le ciliegie sono composte per oltre i tre quarti di acqua e per la restante parte di zuccheri, il fruttosio in particolare. Parti minime di grassi e proteine di origine vegetale sono inoltre presenti. Ma sono le sostanze all’interno della ciliegia a essere davvero beneficanti, ossia la vitamina A e la vitamina C. Oltre a questo, le ciliegie sono ottime fonti di potassio e fosforo, che aiutano mente e corpo a sentirsi forti e più in salute.

Un regalo prezioso: bordolese con veliero e grappa

Quale potrebbe essere un regalo importante e insolito per una persona o una ricorrenza speciale? Ecco un’idea un po’ stravagante, una bottiglietta bordolese al cui interno c’è un bellissimo veliero

L’enogastronomia sembra lontanissima dal concetto di «regalo», ma in realtà non dovrebbe essere così. Un regalo speciale dovrebbe essere un oggetto bello e durevole nel tempo, non soggetto alle mode e magari anche utile, per far sì che chi riceva una bomboniera non la scarti e la metta via, semplicemente, pensando che sia qualcosa di troppo nella propria casa.

Qui viene proposta invece una bottiglia bordolese da 250 millimetri con all’interno un veliero. La bottiglia possiede una base in legno, mentre è fatta internamente ed esternamente di vetro soffiato. La bottiglia può essere riempita con grappa a piacimento, secondo i gusti del cliente, come grappa aglianico, taurasi oppure grappa barrique.

Naturalmente, una volta vuotata, la bottiglia può essere riempita nuovamente con altra grappa: basta ripulire tutto con dell’aceto di vino, che ha una valenza disinfettante e provvede anche a rimuovere tutti gli odori del liquido che la bottiglia ospitava precedentemente. In più è un rimedio assolutamente naturale.

L’oggetto è molto bello a vedersi, al di là della sua utilità e del fatto che può ospitare pregevoli grappe, e può fare bella mostra di sé su una libreria o su di una parete attrezzata. Per i più piccoli, se scelta come bomboniera per una comunione o una cresima, sarà davvero uno stupendo ricordo guardando indietro, immaginando come i genitori avessero voluto destinarlo a viaggi lontani e romantici, come i genitori abbiano voluto destinarlo a un futuro in cui da grande sarebbe diventato tutto ciò che avrebbe desiderato. Una regalo del genere è un grande atto d’amore, oltre essere bella e utile. E a giudicare dalla grappa all’interno… anche buona.

Castagne: cuocerle al microonde, si può fare

Quando si è soli, si ha molta difficoltà a cucinare qualcosa, sporcare e così via. E accade soprattutto con le castagne, quando si devono preparare le caldarroste, perché ci vuole una pentola molto particolare. Eppure c’è una piccola alternativa

La pentola per cucinare le castagne e trasformarle in caldarroste è un utensile assai utile, che non può mancare in nessuna cucina. Si tratta di una pentola in metallo, con i buchi sul fondo, che a causa dell’uso diventa con il tempo sempre molto difficile da pulire e ripulire, per via del contatto diretto della stessa pentola con il fuoco. Diciamo che l’idea di pulire la pentola per le castagne è qualcosa che impigrisce, soprattutto se si vive da soli. E allora come fare per non rinunciare alle caldarroste?

Un’idea potrebbe essere quella di usare il microonde. Certo, l’effetto è decisamente diverso e la cottura sul fuoco è sempre più sana e genuina, ma una tantum ci può stare, se non si vuole rinunciare alla bontà delle castagne. Come si fa? La procedura iniziale è esattamente identica a quella per la cottura tradizionale delle castagne: si prendono le castagne fresche, si opera un taglio sulla superficie esterna e ci si appresta a cuocere. Il secondo passo è mettere le castagne in un sacchetto di carta, come quelli che si utilizzano per conservare il pane, e posizionarle nel microonde, fissando una potenza di 450 W. Tre minuti o poco più dovrebbero bastare per la cottura, bisogna ricordarsi di non esagerare.

Questo tipo di cottura rappresenta comunque un caso limite: esistono moltissimi modi per consumare le castagne e non sporcare, se si è soli e un po’ pigri. Uno su tutti, se non si vuole rinunciare al gusto: le castagne in barattolo sotto spirito, si preparano all’inizio della stagione e si possono conservare per molti mesi, per essere consumate quando ci viene voglia di qualcosa di buono.