Nzerta

Che cos’è la nzerta campana e come ci usa in cucina. Qualche consiglio pratico su questo particolare prodotto tipico, antico e affascinante.

Ci sono tradizioni antiche che spesso arrivano sulla nostra tavola. Noi non ci facciamo troppo caso. L’abbiamo visto fare ai nostri nonni e poi ai nostri genitori, è praticamente un fatto assodato. Ma in cucina ci vuole sempre consapevolezza. Per cui stavolta vi presentiamo la nzerta, ossia una collana di castagne che da sempre viene preparata in Campania, e si acquista in questo modo per essere consumata.

Per utilizzare le castagne, queste vengono sfilate via via, secondo la quantità che si andrà a utilizzare. Le castagne vanno poi bollite con tutta la buccia, scolate e spellate per essere consumate. La nzerta viene prodotta in particolare in un paese dell’alto casertano, che si chiama Vezzara. Qui, oggi come allora, alla fine della raccolta di castagne, nei periodi in cui il mercato non ne richiedeva troppo, si decideva di essiccare al sole le castagne, finché non avessero ottenuto una superficie esterna dura, asciugandosi quindi completamente. Poi le castagne venivano collegate insieme attraverso una collana, realizzata realmente con spago e ago: si trattava e si tratta di un lavoro certosino che veniva svolto praticamente per tutto l’inverno. In antichità, le castagne venivano cotte nel forno insieme al pane, conservandosi così fino al primo scampolo dell’estate successiva.

La nzerta e le sue castagne possono essere consumate così come vengono dalla bollitura, ma possono anche essere utilizzate per i dolci, magari quelli a base di frutta secca, per arricchire le zuppe ma anche i sughi a base di carne, in particolare cacciagione, come lepre, quaglia, fagiano o cinghiale. Ottimi anche per la decorazione di dolci, semifreddi e gelati. Chi ha la passione per le castagne si faccia trascinare dalla fantasia, che, come sempre diciamo, in cucina è fondamentale.

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