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Raccolta castagne

Le fasi della raccolta delle castagne: dalla cernita alla vendita

Raccolta castagne e altre fasi: ecco come questi frutti compiono un lungo viaggio dall’albero alle nostre tavole.

Vi siete mai chiesti quali siano i passaggi che fanno tutti i prodotti che arrivano sulla vostra tavola? Per le castagne, gli step sono davvero tanti e particolareggiati. Perché l’uso che ne viene fatto è così vario che non basta dividere i frutti buoni da quelli bacati. Tanto per fare un esempio grossolano.

Se la farina di castagne può essere prodotta con qualunque pezzatura (ovvero con qualunque grandezza della castagna) così non si può dire delle caldarroste. Queste devono essere grandi abbastanza per poter essere gustate al meglio. E quindi si parte appunto da una precalibratura, che serve appunto a dividere i frutti piccoli, da inviare alle fabbriche, dai grandi, pronti per ristoratori, caldarrostai e per le filiere dei supermercati, dove li possiamo acquistare.

Le castagne piccole saranno quindi destinate a usi diversi dal consumo diretto a tavola, perché la castagna, se di buona qualità, fa la sua bella figura su qualunque piatto, dai primi ai dolci, sotto qualunque forma.

Ci sono poi alcuni passaggi “tecnici”, di carattere conservativo. Dopo questi trattamenti, si arriva a una calibratura definitiva, e quindi a una divisione per pezzatura. Solo a questo punto verrà effettuata la pulizia e il confezionamento. Basti pensare che, a differenza di un’arancia, le castagne sono formate da un riccio esterno, poi un guscio duro e infine un guscio morbido. O meglio una pellicina, che avvolge il frutto vero e proprio.

Quindi, dalla cernita in poi, in realtà partono diversi controlli, dall’eliminazione dei frutti da eliminare perché bacati, allo spazzolamento senza il quale non avrebbero quella “faccia” lucida, che tanto ci attrae.

Il confezionamento, con tanto di etichetta su cui è indicato anche il luogo di provenienza geografica, oltre alla pezzatura e la tipologia, fanno il resto.

È così che noi possiamo arrivare all’acquisto, con il cuore che batte nel ricordarci di quando i nostri genitori e i nostri nonni prendevano le castagne per metterle sul fuoco, magari proprio del caminetto acceso in inverno. E, per mantenere viva quella tradizione familiare, saremo noi stessi a incidere ogni frutto per metterlo sul fuoco a nostra volta. Per gustare delle magnifiche caldarroste.

La poesia della raccolta delle castagne

Alcuni pensano che la raccolta delle castagne rappresenti un momento di routine nella vita di chi lavora con i frutti della terra, ma in realtà non è così.

castagne

Come per tutto ciò che inerisce i frutti della terra, la raccolta delle castagne inerisce l’avvicendarsi delle stagioni. Solo che in Campania è un po’ diverso, perché in molte zone, in particolare nella zona del vulcano spento di Roccamonfina, ci sono molte tipologie di castagne e tutte vengono raccolte in periodi differenti, dall’estate all’autunno, fino a quasi l’inverno, per cui è davvero difficile parlare di stagioni in questo contesto.

Dobbiamo mettere da parte l’idea delle foglie che diventano rossastre, del venticello che si trasforma da leggera brezzolina in fiato pungente, perché, ad esempio, la castagna tempestiva o la castagna riccia vengono raccolte tra agosto e settembre, in un periodo dell’anno quindi in cui l’autunno è solo una prospettiva.

Tuttavia esiste una vera e propria poesia nella raccolta delle castagne. In cosa consiste? Nel fatto stesso di raccoglierle queste castagne. Non si tratta di un gesto fine a se stesso, piuttosto di un atto d’amore: le castagne finiranno sulla tavola di qualcuno, riscalderanno le mani dei bambini, racconteranno una storia che parla di casa, di caldarroste sul camino. A volte, il fine è semplicemente un finale che sia lieto.

Le caldarroste di Roccamonfina

La coltura, la raccolta e la preparazione delle castagne: a Roccamonfina rappresentano ben più di una tradizione, sono un’istituzione.

caldarroste con topping alla nocciola

Le fasi che portano le castagne sulla nostra tavola sono ben chiare. A Roccamonfina queste fasi si perpetuano da secoli e consistono nel coltivare i castagni, aspettare i frutti e a partire dalla fine dell’estate iniziare la raccolta delle castagne. Nel momento in cui le castagne vengono raccolte, ci si può sbizzarrire con le preparazioni.

Tuttavia esiste una preparazione molto semplice che, da sempre, è la più amata, ossia le caldarroste. Le caldarroste prendono a Roccamonfina un nome tipico, ossia «vrole» (tanto che la padella per arrostirle si chiama «vrollaro», probabilmente si tratta di termini onomatopeici che indicano il rumore che si può ascoltare durante la cottura delle caldarroste). Ma è difficile da dire, il termine è affascinante quanto antico e compare nei poemi napoletani di molti secoli fa.

Un’altra tradizione che a Roccamonfina lega la raccolta delle castagne e caldarroste viene rappresentata da una festa, che si svolge fin dal 1976 la seconda domenica di ottobre, ossia quando è già inoltrata la raccolta della castagna riccia. Oltre alle classiche castagne e caldarroste, in questa come in altre feste, si possono assaggiare i piatti tipici a base di castagne, come il torrone, il liquore, pasta e fagioli con castagne, il tronco di castagne e cioccolato e tutti i primi piatti a base di castagne e funghi porcini.