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Acquisto castagne online

Acquisto castagne online: cosa sapere sui metodi di conservazione

I metodi di conservazione delle castagne sono molteplici: alcuni sono più tradizionali, altri più moderni. Bisogna però capire quale faccia al caso proprio.

Acquisto castagne online e come sceglierle in base al metodo di conservazione. C’era una volta la nzerta. Era il modo con cui le popolazioni di montagna in Campania conservavano le castagne per l’inverno: il metodo consisteva in una collana di castagne, proprio come si usa ancora oggi per pomodori e peperoncini, e si trattava fondamentalmente di un essiccamento.

L’essiccamento è in effetti un metodo che ancora oggi viene utilizzato per la conservazione delle castagne, poiché ne preserva le caratteristiche nutrizionali originarie. Ci sono due strade, una casalinga, e una industriale per l’essiccamento: in casa le castagne possono essere essiccate al sole, avvantaggiandosi attraverso giornate di caldo intenso che in autunno ci sono ancora; nella produzione industriale si usa invece un essiccatore.

Le castagne possono essere inoltre congelate intere o pelate: devono essere però prima sbollentate alcuni minuti, lasciate raffreddare e poste nei sacchetti freezer. Tuttavia devono essere consumate entro 6 mesi dalla data di congelamento. A breve, brevissimo, termine è invece la conservazione in frigorifero: dura solo alcune settimane e comunque è preferibile non usare il frigo, ma invece tenere le castagne fresche in un luogo fresco e asciutto.

Altri metodi per la conservazione delle castagne sono sott’olio o sotto vuoto, ma anche in alcol. I primi due conservano anche freschezza e sapore, mentre quando mettiamo le castagne in alcol, un po’ di sapore viene ceduto dalle castagne all’alcol, e al tempo stesso l’alcol dà il proprio gusto alle castagne.

Per mettere le castagne sotto spirito, e quindi in alcol, è bene utilizzare il metodo del canning, ossia la conservazione in barattoli. Se lo fate in casa, i barattoli devono essere opportunamente sanificati o sterilizzati, perché i rischi per la sicurezza alimentare sono molto alti.

Vendita castagne

Vendita castagne: la geografia della castagna in Italia

Scopriamo insieme in quali territori i castagneti sono maggiormente folti e producono frutti tipici che arrivano sulle nostre tavole.

Si fa presto a parlare della vendita castagne. Considerando che c’è una lunga trafila che porta questi frutti, in tantissime declinazioni, dagli antipasti ai dessert, sulle nostre tavole. Ma prima di qualunque altra cosa, esiste la produzione della castagna, ovvero la presenza di castagneti che in Italia rappresentano una coltura abbastanza tipica in alcune zone: scopriamo quali.

Sfatiamo subito un mito: l’Italia non è il Paese maggior produttore di castagne – no, il maggior produttore è la Cina – ma l’Italia è in linea con gli altri Paesi il cui clima permette questa coltivazione. E poi, diciamocelo, non conta la quantità quando si parla di agroalimentare, ma la qualità. Quantità e qualità comunque in Italia si concentrano al Meridione, in particolare in Campania, regione che detiene oltre il 40% della produzione di questi frutti.

In generale, le altre regioni in cui sono presenti castagneti sono:

  • Calabria;
  • Lazio;
  • Toscana;
  • Piemonte;
  • Emilia-Romagna;
  • Puglia;
  • Marche;
  • Sardegna.

In altre parole si parla di tutte zone collinari o di montagna, il cui microclima offre delle condizioni indispensabili affinché crescano frutti gustosi, saporiti e corposi. Ogni regione, ogni zona, ogni località ha la sua specificità e in fondo è questo il bello quando si parla di castagne e marroni: non ci riferiamo a un monolite informe in cui c’è di tutto e di più, ci riferiamo a una tradizione, a una cultura agricola, a un’attenzione per la qualità che noi italiani sappiamo valorizzare sempre quando ci concentriamo sulla gastronomia.

Il cinipide del castagno, origini e prospettive

Il cinipide del castagno e la sua pericolosità hanno a che vedere con il concetto di ecosistema.

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L’ecosistema è un ambiente in cui tutte le forme di vita si trovano in equilibrio: niente, in un’ecosistema perfetto, è a rischio estinzione e il mantenimento dell’ecosistema giova al pianeta Terra. Per questa ragione, quando si è in un aeroporto che effettua voli intercontinentali, si saranno notati dei cartelli che invitano a non portare da un continente all’altro animali o piante. Perché è così infatti che il cinipide del castagno è giunto in Europa e quindi in Italia.

Questo parassita, il cinipide, era originario della Cina infatti. Solo in un secondo momento ha trovato la sua “casa” in altre zone dell’Asia, come il Giappone, giungendo negli anni 2000 anche in Europa. Certo, in un mondo globalizzato, ci sembra normale avere uno smartphone disegnato negli USA e assemblato in Cina, delle scarpe realizzate in Spagna e delle lampadine prodotte in Giappone. La globalizzazione può essere una possibilità se significa scambi economici e culturali, mentre è un grosso danno quando inerisce l’ecologia, come in questo caso.

Perché il “viaggio” del cinipide del castagno è un danno: nel nostro ecosistema non c’erano gli adeguati avversari naturali per contrastarlo. Ora si sta provvedendo proprio in tal senso – e in quest’ottica si è anche a buon punto nella lotta al cinipide del castagno. Eppure questo ci insegna una lezione sull’importanza della preservazione del chilometro zero: che non può essere tale se le piante che daranno i nostri frutti non sono autoctone. Viviamo in un mondo profondamente mutato: tutto quello che possiamo fare è tutelare la sanità del nostro cibo.