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Caldarroste

Caldarroste: cos’ha di speciale Roccamonfina con la sua primitiva

Caldarroste e primizie: perché la primitiva di Roccamonfina è così speciale. Spoiler: tutto ha a che fare con il territorio su cui crescono questi castagni.

Nello scorso contributo su questo blog abbiamo concluso dicendovi che i modi in cui vengono raccolte le castagne primitive di Roccamonfina rimangono spesso tradizionali (e infatti sono buonissime per la trasformazione in caldarroste), quelli dei nostri avi, e sono giunti fino a noi per rendere la raccolta e tutta la filiera delle castagne ecosostenibile.

Ma, riguardo al territorio di Roccamonfina, quali altre sono le caratteristiche? Innanzitutto, come sa chi ci abita o ci va per una piacevole passeggiata fra i boschi, è ricco di castagni, e il suolo vulcanico, unito ad altre particolarità, rendono la castagna locale di assoluta qualità nel panorama nazionale.

Ciò ha portato il frutto a diventare una parte importante dell’economia locale, e per fortuna il clima e il suolo della montagna aiutano: i castagni qui nascono addirittura in modo spontaneo, e vengono curati con tecniche tradizionali, come abbiamo già scritto. E tutta questa cura al prodotto a cosa porta per il fruitore, per noi che acquistiamo e mangiamo la prelibatezza?

In zona non mancano feste e sagre che hanno come protagonista la castagna, anche per incentivare il mercato che parte da qui e si estende in tutta Italia. Sono ottime occasioni per conoscere qualcosa in più sulla primitiva di Roccamonfina, e lo stesso vale facendo una bella chiacchierata con le persone che vivono ogni giorno il territorio di Roccamonfina.

Immaginate a tal proposito di andare a cercare a Roccamonfina il fresco nei periodi caldi dell’anno. Dopo una delle tante curve, vi si para davanti un’oasi immersa nel verde, e vi fermate, sicuri di mangiare dell’ottimo cibo. Ovviamente non rimanete delusi, tra funghi, carni e altri prodotti a chilometro zero, oltre alle castagne.

Vendita castagne italiane

Vendita castagne italiane: il connubio con il latte vegetale

In cucina, a differenza di molti altri ambiti, non è vero che nulla si inventa, anzi è un settore in cui la fantasia umana crea continuamente, ed è anche al sicuro dalle intelligenze artificiali, per cui è molto futuribile.

Vendita castagne italiane, cosa sapere su abbinamenti insoliti: eccone uno molto interessante. Un connubio che può sembrare strano, ma che è ben documentato, è quello fra castagne e latte vegetale. Il latte vegetale, un liquido proveniente da svariati frutti e piante graminacee, e dal sapore che ricorda il latte per sapidità e soddisfazione nel gusto, mette al sicuro chi ha intolleranze al lattosio.

La prima ricetta è la crema di castagne. In cucina, come detto, la fantasia ha un grosso ruolo. E allora perché non sostituire il latte vaccino con quello vegetale? Quello di mandorla o di soia, due fra i più usati in generale, danno vita a un dessert cremoso e, stando a chi l’ha provato, tra cui noi, anche assolutamente gustoso e soddisfacente, in cui il sapore delle castagne e quello del latte vegetale sono in assoluto equilibrio.

C’è poi lo smoothie autunnale, fatto con castagne, latte di avena e spezie. Un drink, in poche parole, caldo e molto nutriente, da bere magari davanti al caminetto acceso, ai primi freddi, quelli che pungono di più perché il corpo non è preparato dopo i caldi estivi.

Il pudding di castagne, infine, è fatto col latte di cocco (uno dei più gustosi) e ovviamente castagne. Il dessert che ne esce, benché un po’ più calorico, vale la pena: è cremoso e fruttato, estivo e, potremmo dire, dai sentori tropicali. La bevanda adatta per accompagnare il pudding di castagne? Consigliamo la Piña colada, anch’essa a base di cocco.

Di norma, il latte vegetale aggiunge sapore, ma soprattutto cremosità, per le sue caratteristiche, a tutte le ricette con castagne, che dal canto loro, con la dolcezza che le contraddistingue, completano i sapori dei dolci.

Castagne fresche in vendita

Castagne fresche in vendita: quando e come mangiarle

Modi e tempi per consumare le castagne, a partire dalle sempre adorate e diffuse caldarroste: cosa sapere sulla consumazione.

Le castagne fresche in vendita sono disponibili solo per un periodo limitato dell’anno. È qualcosa di davvero molto triste per chi ama questi frutti (ma niente paura, come vedremo tra poco, esistono altre forme conservate per consumarli). Poi c’è anche da sperare in un’annata buona, in cui le castagne non saranno attaccate da parassiti, ma questo è un altro discorso.

Normalmente, le castagne fresche sono disponibili in due stagioni (ovviamente l’andamento delle stagioni è diverso nell’emisfero australe e in quello boreale, ma le stagioni delle castagne sono le stesse, anche se in mesi diversi per i due emisferi):

  • in autunno, ovvero quando le castagne sono state appena raccolte, dato che la raccolta inizia a fine estate, come per esempio con la primitiva di Roccamonfina, che è una primizia assolutamente unica nel suo genere;
  • in inverno, quando rappresentano un alimento di conforto, abbastanza calorico per proteggere l’organismo dal freddo.

Tenete presente però che nelle altre stagioni esistono le castagne in barattolo, le castagne sotto vuoto, quelle secche e così via. E possono sopperire diversi bisogni nutrizionali o anche lo sfizio di chi ama alla follia questi frutti. Ma se volete preparare le caldarroste – che rappresentano il modo più comune per la cottura delle castagne – vi servono quelle fresche, ovvero quelle appunto che sono disponibili in autunno e in inverno.

Tutto l’anno, sia con le castagne fresche sia con le castagne conservate, si possono preparare piatti diversissimi. Le castagne possono infatti trovare il loro utilizzo nei dessert, nelle preparazioni in umido a base di carni o legumi in pignatta e tutto quello che si desidera, perché questi frutti sono assai versatili. Non solo: alcuni ingredienti derivati dalle castagne sono molto interessanti. Basti pensare alla farina di castagne, che è un ingrediente fondamentale per la realizzazione del castagnaccio.