Le castagne matte non sono vere castagne e a differenza dei frutti del castagno non diventano caldarroste, ma sono tossiche.
Si trovano nelle città e non nei castagneti di collina o montagna e non diventeranno mai ottime caldarroste (anzi, non mangiatele, sono tossiche): si tratta delle castagne matte, i frutti dell’ippocastano che spesso e a torto vengono confuse con i frutti del castagno.
Che sono davvero molto diversi: le castagne commestibili si trovano in un riccio marrone pieno di spine e hanno infruttescenze multiple, hanno un aspetto puntuto e il fondo ha bordi regolari; le castagne matte si trovano invece singolarmente in un riccio vedere con poche spine, sono rotondeggianti ma il fondo presenta bordi irregolari.
Tuttavia le castagne matte sono al centro di una bizzarra leggenda: si dice infatti che tenerne alcune in tasca prevenga o faccia passare il raffreddore – il che, se fosse vero, tornerebbe utile in questi ultimi scampoli di inverno, in cui umidità ed escursione particolarmente ampia si fanno sentire eccome.
Stando alla leggenda, sarebbero gli gnomi a donare agli esseri umani le castagne matte, come rimedio naturale contro i malanni di stagione. Tuttavia la ragione non la si conosce, perché a quanto pare questi inesistenti esserini sarebbero molto gelosi dei loro segreti sulla natura. Ovviamente parliamo di leggende e non di scienza, anche se quando si parla di castagne matte è giusto rispolverare anche qualche concetto scientifico e tangibile.
Il concetto in questione è la non commestibilità delle castagne matte, che contengono saponine, sostanze che danno sintomi molto gravi: vomito, diarrea, emolisi (distruzione dei globuli rossi), dolori all’addome, irritazione dell’esofago.
In altre parole, se trovate dei frutti in città e non vi sembrano castagne, non mangiatele: andate invece in una rivendita di vere castagne e acquistate frutti sicuri e tracciati, non potrete sbagliare.